Cultura e Società

Roma: al Ministero per i Beni e le Attività Culturali un incontro sui cambiamenti climatici

Il prossimo 22 marzo, al Collegio Romano, presso la sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), nella Sala Spadolini, si terrà il workshop “Gli osservatori meteorologici storici: dal recupero all’uso dei dati per gli studi sul cambiamento climatico”, organizzato dall’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (AISAM), in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) e con il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.

Il riconoscimento di stazione centenaria che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha deliberato, nel 2018, per sei osservatori italiani (Moncalieri, Urbino, Pesaro, Firenze, Roma Collegio Romano e Vigna di Valle) ha offerto lo spunto per trattare da vicino una questione di grande rilevanza per la comunità scientifica internazionale: il valore e il significato dei dati meteorologici del passato. Essi hanno un interesse scientifico notevole, in quanto costituiscono la base informativa certa da cui partire per studiare e comprendere i mutamenti climatici in atto. Ne sono un’innegabile evidenza gli interessanti risultati di ricerche che hanno attinto i dati direttamente dagli archivi delle “stazioni centenarie”.

L’osservatorio di Roma Collegio Romano, in particolare, fa capo al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) ed è un sito di monitoraggio della Rete Agrometeorologica Nazionale del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.

Il Workshop, che si svolgerà alla vigilia delle celebrazioni della 69° Giornata Meteorologica Mondiale, oltre a evidenziare l’importanza scientifica di tale patrimonio storico, ha il chiaro intento di sollecitare la collaborazione tra le istituzioni meteorologiche italiane, affinché si facciano carico dell’imprescindibile dovere di garantire la continuità delle osservazioni e di tutelare e valorizzare i dati meteorologici del passato, per renderli fruibili all’intera collettività.

                                                                                 Fonte: Ufficio stampa AISAM

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