Cultura e Società

Sermoneta – Norma/Norba, Tappa paesaggistica e culturale: il vero turismo lento che coniuga natura, conoscenza, star bene

L’assessore alla cultura del comune di Sermoneta, Sonia Pecorilli, a nome del Sindaco, dell’Amministrazione e della città, accoglie la trentina di partecipanti alla “tappa Sermoneta-Norma” del percorso della Via Francigena del Sud.

Vi diamo il benvenuto, siamo lieti per la vostra presenza qui e per tutto ciò che comporta per voi, per trascorrere bei momenti di immersione nei nostri beni naturali e nelle tracce storiche che apprezzerete; così come siamo disponibili e riconoscenti per la scelta che già avete e farete per apprezzare le nostre strutture di ospitalità e la nostra cucina e altre offerte presenti tra le attività cittadine. Sono molto soddisfatta del fatto che oggi apponiamo qui, col vostro presidente Giancarlo Forte, nel simbolo del pellegrino viandante che vi rappresenta, la targhetta che indica le distanze di Sermoneta, in direzione nord dalla città di Roma, sede della Chiesa (85 chilometri) e quella in direzione sud dalla città di Gerusalemme (850 chilometri, a S. Maria di Leuca).

Dopo i cordialissimi saluti, che davvero vanno oltre l’occasionalità, e senza fronzoli, gli associati del Gruppo dei Dodici, al solito provenienti dal Sud, dal Centro e dal Nord del Paese, si incammina per attraversare il tracciato interno ed imboccare il sentiero che guarda e conduce verso la valle dell’usignolo (sentiero della Via Francigena, che è poco al di sotto dell’ostello San Nicola, dove  alcuni partecipanti avevano dormito la sera precedente). Al culmine della valle, percorsi alcuni chilometri da Sermoneta centro, sulla destra si erge maestosa l’Abbazia di Valvisciolo, in stile romanico gotico, gemella dell’Abbazia di Fossanova. Visitato il Chiostro e curiosato tra i reperti visibili, come il famoso Sator. Il testo magico palindromo: “Sator arepo tenet opera rotas”. La ripartenza è a salire: un tratto stradale, in verità, che attende di essere messo in maggior sicurezza proprio per consentire un adeguato percorrere di pellegrinaggi e turismo naturale per chi utilizza solo treno e attività motoria. Ed è a circa metà salita che la Francigena invita allo spettacolo del sentiero bianco acciottolato e spesso a strapiombo. Ma immerso nel verso e sospeso in panorami da mirabilia. Si giunge al centro storico di Norma. Anche per riposarsi, ringraziando organizzatori e l’accoglienza concreta di Luigi che, al meglio, nel suo “Antichi sapori” realizza la sosta alla locanda del pellegrino con l’ottimo piatto di ramacce. Fatta la sosta rifocillante, giunge il meglio: la conoscenza, lasciata Norma dopo circa due chilometri, della antica Norba.

Qui è un tuffo nel secondo secolo ( e prima) A.C., nella Repubblica romana, di una esistenza cittadina che era preesistente a Roma stessa.

Le parole invitanti, sicure, e premonitrici della guida, l’archeologa Beatrice Cappelletti, si avvereranno tutte. Non appena passato l’ingresso che dal parco archeologico fa accedere agli scavi di Norba, alla città di Norba antica. Le vedute sono suggestive e richiamano sicuramente almeno un paio di punti fermi: il fatto fenomenale della fisicità strategica del luogo che può controllare il mare, la pianura e gli accessi collinari/montani da un lato; così come il privilegio di poter risiedere e vivere in una città che ha il cielo a disposizione per il culto delle divinità, la quiete per il trascorrere della vita, l’organizzazione per la complessità di vita cittadina come stanno dimostrando i ritrovamenti archeologici. Nella sua tesi di laurea, la dottoressa Cappelletti racconta che è stata chiamata proprio a dimostrare

la non comprovata verità di una certa moda e impegno culturale e storico – molto affermato nel sette/ottocento – circa il mito che vorrebbe unire in una medesima storia Norba, altre città del sud del Lazio e la Grecia. Infatti – precisa l’archeologa – che la similitudine di altre realtà vicine a Norba, per ora testimoniano sicuramente solo che queste erano preesistenti alla fondazione di Roma. Per il resto si può fare totale affidamento ai ritrovamenti che descrivono la bella città ordinata e organizzata e la certezza della sua fine. Fine tragica dovuta ad opera stessa degli abitanti di Norba per non cadere prigionieri, e non lasciare nulla di utilizzabile della città, ai Sillani. Infatti, nella guerra civile tra Mario (promotore a sostegno delle politiche popolari) contro Silla (in difesa dei privilegi degli ottimati), la città da sempre fedele a Roma restò schierata dalla parte di Mario. E per molto tempo, nonostante massicci assalti, restò non espugnabile.

Ma, accadde che un tradimento dall’interno, fece si che furono aperte le porte e consentito ai sillani di entrare. Ma, prima che questi avessero il sopravvento su tutto e tutti, i norbani, popolo oltremodo fiero, decisero di uccidersi tra loro e dare fuoco alla città. Per questo – conclude Beatrice Cappelletti, illustrando i resti e questa tremenda verità – da un lato oggi abbiamo molti reperti esattamente come erano nell’82 A.C. senza che altra traccia di ricostruzione della città sia avvenuta, ma nello stesso tempo, nessuna sovrastruttura o rarissime, che non siano mura o di natura muraria. Del resto l’attuale Norma, proprio perché non c’era nulla da utilizzare come intervento di modificazione fu edificata dove è ora a partire dal medio evo.

Intanto la passeggiata storica si svolgeva lungo la via di accesso alla porta maggiore, e poi si disvelava nel corso principale e nelle vie secondarie con ben presenti i marciapiedi che delimitavano e sono visibili le domus. Le loro strutture fisiche basilari ovviamente: quasi una Pompei immobile, ma rasa al suolo, comunque fermata in un tempo preciso. Con le terme, e l’acropoli minore e quella maggiore e con la traccia del culto di Diana. La stessa venerata al lago di Nemi. Ancora gran parte dell’area archeologica deve essere esplorata e scoperta. Proprio lì dove un altro gruppo di soggetti del turismo lento, godono di questa natura da un altro punto di vista: dall’alto del volteggiare dei loro deltaplani che a decine solcano il cielo di fianco e sopra Norba.

Così si concretizza,  – come ama ricordare il presidente del Gruppo dei Dodici, Giancarlo Forte, che oggi ha omaggiato il fondatore Alberto Alberti, presente all’appuntamento – proprio lo spirito della nostra azione che coniuga la possibilità di dare corpo al ri-percorso della storica Via Francigena di millenaria esperienza, all’amore per la natura, alla scoperta e riscoperta dei centri della fede, di siti archeologici, naturalistici e paesaggistici.

Ed anche in questa occasione la scelta di un turismo che si realizza con i Cammini è un turismo sostenibile , che lascia sul territorio una ricchezza diffusa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *