Leggo, basito, sui giornali che il Comune di Itri ha deliberato unilateralmente la parteciparzione attiva al riconoscimento della Via Appia Antica come patrimonio dell’Unesco, affidando la promozione e valorizzazione di questo importante e straordinario cammino storico-culturale ad una emerita Associazione di Latina.
Niente dal ridire nel merito del riconoscimento dell’Unesco ma l’Amministrazione comunale di Itri così facendo (in splendida solitudine) è venuta meno al suo ruolo di Ente Capofila affidatole da ben 17 partner istituzionali locali e comprensoriali attraverso un apposito Protocollo d’Intesa e sulla base di un Piano d’Azione preliminare approvato da tutti, riguardante proprio la promozione e valorizzazione dell’antica Via Appia (9 comuni, 3 Parchi regionali, 2 Comunità Montane 1 Consorzio di Bonifica e ex APT di Latina )
Un’adesione unitaria al riconoscimento da parte dell’Unesco avrebbe avuto un orizzonte ed un respiro politico-istituzionale molto più ampio e più forte . Avrebbe rafforzato altresì la coesione istituzionale dell’intero comprensorio del Basso Lazio.
Infatti in questo modo il Comune di Itri si pone fuori dagli accordi sottoscritti e mantiene ancora fermo, da oltre 2 anni, nei suoi cassetti polverosi, un progetto strategico fondamentale per l’intero comprensorio del Sud pontino.
Pertanto ritengo essenziale ed urgente, in quanto promotore del progetto, la convocazione di tutti gli Enti aderenti al Piano d’Azione per la “Promozione e Valorizzazione dei Cammini storici: Via Appia, Via Francigena e Via Flacca Antica “ al fine di rivedere l’organizzazione funzionale del progetto, condividere e rilanciare le necessarie azioni da mettere in campo, anche alla luce dei notevoli finanziamenti già impegnati dal Governo nazionale e dalla Regione Lazio. Diversamente rischiamo di perdere una importantissima opportunità e di essere tagliati fuori, appunto, in splendida solitudine”.