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Politica

Roma, Referendum ed election day, La chiara scelta del PCI, coincidente coi “Comitati per NO” al taglio dei parlamentari.

Il compagno Oreste della Posta, segretario del PCI Lazio, pressato dagli eventi e dalle richieste di numerose organizzazioni territoriali nella nostra Regione, ha sollecitato una dichiarazione netta del partito sulla vicenda dell’election day e del Referendum. Sollecitazione che, in effetti ha colto nel segno perché era già in cantiere ed in poche ore è ora disponibile, nel solco della linea politica coerente che il PCI ha condotto dall’inizio della sua ricostruzione.

Infatti, come ha spiegato con forza e chiarezza Walter Tucci, responsabile del Dipartimento Costituzione, Democrazia, Istituzioni all’interno della Direzione Nazionale del PCI:

Sembrerebbe che il Governo si stia orientando a un election day, in cui accorpare le elezioni regionali, quelle comunali e il Referendum sul taglio dei parlamentari (L.240/2019). Com’è noto, l’emergenza sanitaria che ha bloccato la vita sociale, la vita politica e la stessa economia dell’intero Paese, ha anche bloccato la campagna elettorale sul Referendum, rinviato a data da destinarsi, che era decollata con il massimo impegno delle stesse Associazioni, Movimenti, forze politiche e sociali, che tanto avevano contribuito alla schiacciante e imprevista vittoria del No al Referendum del dicembre 2016. – continua illustrando Walter Tucci – Il giorno sul quale ci si sta orientando sarebbe il 13 settembre prossimo, data che non consentirebbe lo svolgimento di un’effettiva campagna elettorale in così breve tempo e su argomenti così diversi tra loro, come le proposte di governo territoriale delle Amministrazioni comunali e regionali e una riforma costituzionale di enorme portata e di conseguenze imprevedibili sugli stessi assetti istituzionali della nostra Repubblica.

E’ solo il caso qui di rammentare come noi comunisti siamo stati fortemente contrari a questo provvedimento, poiché abbiamo ritenuto e riteniamo che l’eliminazione di un terzo del Parlamento mina la stessa democrazia parlamentare rappresentativa e rende il Parlamento ancora più subalterno all’Esecutivo, in tempi in cui sono già indeboliti e messi in discussione lo stesso ruolo e le prerogative che la Costituzione attribuisce al Parlamento. – prosegue denunciando il responsabile del Dipartimento Costituzione del PCI nazionale – Pertanto abbiamo aderito al Comitato per il NO al Referendum (del Comitato per la Democrazia Costituzionale) e abbiamo portato la nostra posizione in una serie di dibattiti pubblici sui territori,avvisando l’opinione pubblica dei rischi che tale provvedimento comporta. Non meraviglia affatto che questo Governo sottovaluti l’enorme rilevanza che il taglio del Parlamento potrà avere sull’Istituzione democratica a fondamento dell’assetto costituzionale, né  stupisce che non si renda conto che la festa della Repubblica è anche festa della Costituzione, che si basa sulla divisione dei poteri, di cui il Parlamento è cardine.

Del resto è lo stesso Governo che si era impegnato a sentire le ragioni dei Comitati per il NO, in un confronto preventivo che non c’è mai stato e ora dimostra di non dare alcuna importanza a una decisione che i cittadini sono chiamati a prendere su una modifica costituzionale di tale rilevanza,proponendo una campagna elettorale asfittica e confusa. Noi comunisti – conclude Walter Tucci –  chiediamo, quindi, al Governo di confrontarsi con quanti, forze politiche, sociali, costituzionalisti, Associazioni, parlamentari, promotori del referendum e Comitati per il NO, hanno il diritto diesporre le proprieragioni, relative al fondato timore che il taglio dei parlamentari rappresenti, oggi più che mai, una ferita insanabile all’assetto costituzionale e all’equilibrio dei poteri, con pesanti conseguenze anche sull’elezione del Presidente della Repubblica.

 

 

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